1 GIORNO. 23 settembre, partenza per il Nepal
Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia per Katmandu ed alcuni viaggiatori scelgono di transitare da Delhi in India; vi è un’ampia scelta di compagnie aeree. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.
2 GIORNO. 24/9 Arrivo a Katmandu
trasferimento all’hotel Manaslu (hotelmanaslu.com). Dopo un poco di relax ci si si reca allo Stupa di Bodnath, nel cuore del quartiere tibetano, ricco di botteghe, negozi e importanti templi e monasteri, dove si cena in panoramico ristorantino.
3 GIORNO. 25/9 Katmandu – Paro
Il volo per Paro parte alle 9.45 con arrivo alle 11.05 (orari da confermare); la visuale della catena himalaiana a nord è stupefacente, verso nord si vedono ben 6 ‘ottomila’, tra cui l’Everest ed il Kanchendzonga, e, arrivando, anche il Chomolhari, montagna sacra del Bhutan. All’arrivo è in attesa dei partecipanti Dawa Penjore, la guida bhutanese che parla la lingua italiana. Paro, l’unico punto d’ingresso aeroportuale del Bhutan posto a 2280 mt di quota, è un bel villaggio che ha conservato le proprie caratteristiche tradizionali; ci si reca allo Dzong, reso celebra anche dal film giratovi da Bertolucci. Dopo pranzo ci effettua una breve escursione a Yoeto Gompa, un antico tempio con statue e affreschi molto belli che è diventato una scuola per giovani monaci; da qui con una breve passeggiata (20 min) si raggiunge l’eremo di Drakarpo, uno dei mitici siti di meditazione di Guru Padmasambhava, attorniato da una serena comunità di anziani meditatori. Tornati a Paro, si alloggia presso l’hotel Rema Resort, situato nei pressi. Per gli spostamenti in Bhutan si utilizzano pulmini giapponesi; la velocità è sempre moderata per via delle curve ed il limite ufficiale è comunque di 40 km/h, si ha così modo di gustare gli stupendi panorami.
4 GIORNO 26/9 Paro – Taktshang – Thimpu
A nord di Paro si trova Taktshang, il “nido della tigre” di Guru Rimpoce, sicuramente il luogo di ritiro più famoso del Bhutan, sospeso tra le rocce sopra la valle. Per facilitare la salita (c.a. 2 ore in tutto), con una modica spesa chi vuole può noleggiare un cavallo; sul percorso si giunge ad un rifugetto da cui si gode una vista stupenda, il punto dove si fermano i meno allenati e dove si sosta anche per il pranzo. Tornati a valle ci si reca al villaggio ed al forte di Drukyel e poi a Kyuchu Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan, uno dei 108 templi geomantici del Tibet la cui fondazione è attribuita al re del Tibet Songtsen Gampo (VIII sec.); al suo interno si trovano alcune preziosissime statue di Cenresi, il Bodhisattva della compassione. Si parte quindi per Thimpu, che dista circa 65 km, la capitale del Bhutan che sta ingrandendosi, mantenendo però uno stile tradizionale nelle costruzioni, dove si alloggia presso l’hotel Galingkha o simile.
5 GIORNO 27/9 Thimpu Tsechu Cham
Ci si reca al grandioso Trashichhoe Dzong, dove vi sono la sede del governo, la sala del trono del Re e la sede estiva dell’Abate del Bhutan, qui oggi nel grande spazio a nord dello Dzong si tiene la penultima giornata del grande Tsechu di Thimpu, uno dei momenti più importanti di tutto l’animato folclore del Bhutan dove parteciperete a sessioni di meditazione collettiva. Sulle balconate del grande Dzong si affiancano al Je Kempo (l’Abate a capo della scuola Drukpakagyu bhutanese) i diversi dignitari ed i membri della famiglia reale, e, spesso, lo stesso Re. Le danze in costume sono eseguite dai monaci con grande maestria utilizzando costumi e maschere di fattura squisita, accompagnati da musiche tradizionali; a contorno vengono prodotte anche scene a sfondo comico e vi sono degli intermezzi di canti tradizionali. Assiste all’evento con grande attenzione una grande folla di persone agghindate con gli abiti più belli, sembra quasi una gara a chi ha il broccato più pregiato; ma lo spirito di tutti è molto gioviale, non austero, e partecipare è interessantissimo. Nell’arco della giornata si eseguiranno anche alcune visite, in funzione di quanto tempo si dedica al festival: ci si reca un poco a nord della città a Pangri Zampa, il monastero che oggi funge da scuola astrologica e fu la prima residenza dello Shabdrung, il sant’uomo che giunse nel XVII secolo da Ralung in Tibet e diede al Bhutan l’imprimatur che si riscontra ancora oggi, a cui memoria si erge un gigantesco albero che venne da lui piantato ai margini di un bel muro Mani. Nei pressi vi è un tempio perfettamente decorato dedicato a Tara, l’entità preposta alla lunga vita ed alla buona salute, e più vicino ai monti il tempio di Dechen Phu. Ci si reca quindi a Dechen Podrang, un magnifico palazzo che fu la sede del governo prima della costruzione di Trashichhoe ed è ora una scuola monastica; si completano le visite con il convento femminile.
6 GIORNO 28/9 Thimpu – Punakha
Si torna allo Dzong, dove si svolge l’ultima giornata del festival annuale; il momento più atteso è la sfarzosa rappresentazione delle otto manifestazioni di Guru Rimpoce (Padamsambhava). Prima di lasciare Thimpu ci si reca al tempio di Changangkha Lhakhang, il luogo dove le persone portano i nuovi nati per essere benedetti, un vero gioiello dove a volte è possibile assistere alle cerimonie dei monaci; tempo permettendo, si visitano i negozi e i centri di produzione artigianale. Si parte quindi per Punakha salendo al passo di Dochu, alto 3166 mt, dove col tempo limpido si gode di un grandioso panorama sull’arco himalaiano bhutanese. Il valico è situato in una foresta lussureggiante e vi si ammirano 108 Chorten (reliquiari); si trovano anche tanti piccoli tsa tsa impastati con le ceneri dei defunti, posti in gran numero attorno al Chorten più antico. La discesa tra scenari grandiosi porta nell’ampia vallata dove, poco più a nord, si trova lo Dzong di Punakha. Si alloggia in un hotel nei pressi del villaggio di Punakha, il Zangtopelri o simile; si percorrono 80 km con circa 3 ore di viaggio.
7 GIORNO 29/9 Punakha - Gangte
Si dedica la mattina alla visita dello Dzong di Punakha, il più bello e storicamente importante del paese, meravigliosa sede invernale del Je Khempo, l’Abate del Bhutan, che vi risiede con i circa 1600 monaci che costituiscono il suo seguito nei sei mesi più freddi dell’anno, per il clima mite di questa valle: lo Dzong è situato a 1250 mt di quota, mentre Thimpu, dove è situata la sede estiva, è a 2300 mt. Lo Dzong è curato con amore e senza badare a spese, come si riscontra dalla qualità dei lavori che sono stati fatti per restaurare il tempio principale, che era stato danneggiato da un’inondazione. Tra gli affreschi si ammirano rarissimi mandala che non si trovano facilmente rappresentati altrove, neppure nei testi specifici. L’antica arte iconografica qui è … nel presente. Dopo pranzo si prosegue lungo la valle fino al vicino Dzong di Wangdi Phodrang, recentemente distrutto da un incendio, posto su di un monte che domina il fiume, e si prosegue verso est risalendo dai 1200 mt del fondovalle fino a superare i 3000, godendo del graduale cambiamento della tipologia arborea delle foreste, formate nelle parti più elevate da gigantesche conifere su cui si aggrappano argentei licheni. Una strada che scavalca le creste dei monti verso sud porta nella valle di Phobjikha, dove tra le piante di bambù nano è frequente vedere gli yak che pascolano tranquilli; la vallata è anche il punto d’arrivo delle gru dal collo nero che migrano qui dal Tibet, e in questo periodo se si ha fortuna si vedono già le prime. In questa bellissima natura tra le case di campagna si erge su di un colle, attorniato dalle abitazioni tradizionali del villaggio, il monastero Nyingmapa di Gangte retto da Lama Kunzang, l’abate riconosciuto come la nona reincarnazione di Pema Lingpa, il famoso Santo bhutanese che visse nel XV secolo. Si alloggia in un semplice albergo: il Dewachen o simile; la tappa è di circa 90 km, approssimativamente 3 ore e mezza di viaggio.
8 GIORNO 30/9 Gangte Tsechu Cham
Il festival di Gangte è un evento molto interessante e di ottima qualità, si tengono diverse rappresentazioni di danze con costumi tradizionali e a cui solitamente presenzia l’Abate; i monaci, che qui sono di scuola Nyingmapa, hanno un altissimo livello di preparazione e parteciperet a sessioni di meditazine collettiva. Ma l’evento non è formale come al grande Tsechu di Thimpu, prevale l’atmosfera di villaggio e, pur senza nulla togliere alla sacralità dell’insieme, si ha la sensazione di condividere con le persone un lieto momento comune; tutti vestono gli abiti tradizionali più belli e anche nel cortile del Gompa ai margini delle danze le famiglie siedono in serenità con i bimbi che giocano. All’intorno del monastero e nel villaggio si crea un vivace mercatino dove si trovano anche oggetti d’artigianato e vi sono diversi banchetti dove i bhutanesi si cimentano con diversi tipi di semplici giochi d’azzardo, con piccole puntate e grandi bevute in compagnia. Si trascorre questa bella giornata seguendo gli eventi e curiosando tra la gente ed il mercatino.
9 GIORNO 1/10 Gangte, esposizione del Thongdrol – Punakha
Nel corso della mattina si svolge la cerimonia più attesa del festival, quando viene esposta sulla facciata del tempio una grande tanka, un gigantesco drappo di tessuto che viene issato e srotolato, su cui qui è rappresentata l’immagine di Guru Rimpoce (Padamsambhava). Tutti i presenti si accalcano per riceverne la benedizione: il nome dell’oggetto di venerazione, “Thongdrol”, significa ‘illuminazione con lo sguardo’, e le persone sentono che anche solo ammirarlo sia molto propizio. Si trascorre qui la mattina e si pranza; si parte quindi per Punakha, ridiscendendo attraverso le splendide foreste che portano fino alla valle di Punakha, dove si alloggia nel medesimo hotel.
10 GIORNO 2/10 Punakha – Paro
Prima di lasciare la valle di Punakha ci si reca, con una passeggiata che transita per un bel villaggio, al tempio della fertilità di Chimi Lhakhang, posto in cima ad una panoramica collina, a metà strada tra Punakha e Wangdue. Questo tempio fu fondato dal grande Lama Drukpa Kunley, “l’illuminato pazzo” il cui emblema fallico adorna l’ingresso di molte case rurali. Le coppie che non riescono ad avere figli e chiedono qui con fiducia questa grazia vengono quasi sempre esaudite ... pare anche gli stranieri! Si sale quindi al passo del Dochu, dove si è transitati il 28/9, e si sosta per il pranzo, avendo così una seconda opportunità per godere dei panorami. Oltre il passo giunti nella vallata di Thimpu si visita lo dzong di Semtokha, recentemente restaurato, che fu il primo ad essere edificato dallo Shabdrung all’inizio del XVII secolo ed oggi è una scuola monastica. Si prosegue per Paro, dove, prima di andare in hotel, ci si reca al Dungtse Chorten, costruito dal celebre Tamgtok Gyalpo, che all’interno rivela una potente atmosfera mistica e stupendi affreschi. Si alloggia presso il medesimo hotel, si percorrono circa 140 km in 4 ore o poco più.
11 GIORNO 3/10 Paro – Katmandu e volo di rientro
Il volo della Druk Air per Katmandu parte alle 7.30 con arrivo alle 8.45 (orari da confermare); si potrà così godere ancora una volta della visione dell’arco himalaiano dal Chomolhari al Kanchendzonga, Makalu, Lhotse, Everest, Cho Oyu e Shisha Pangma – per menzionare, oltre al monte sacro bhutanese, solo i sei ‘8000’! All’arrivo, se non si prosegue subito in transito con il volo di rientro, si avrà a disposizione un mezzo con l’autista per un giro in città fino al momento della partenza; la gran parte dei voli parte in serata con arrivo l’indomani.
12 GIORNO 4/10 arrivo a destinazione
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